L’ecobonus 2025 avrà un’aliquota uguale per tutte le tipologie di lavori di efficientamento energetico, ma differenziata in base all’immobile su cui saranno realizzati gli interventi. Tale aliquota decrescerà nel 2026 e 2027.
Il disegno di legge di bilancio per il 2025, che ha iniziato il suo iter per l’approvazione alla Camera dei Deputati, prevede una proroga triennale dell’ecobonus che, senza questo intervento, scadrebbe il 31 dicembre 2024.
Ecobonus, aliquote decrescenti nel 2025, 2026 e 2027
L’ecobonus 2025 avrà un’aliquota unica per tutti gli interventi, differenziata però in base all’immobile su cui saranno realizzati gli interventi di efficientamento energetico.
Per le prime case, l’ecobonus 2025 avrà un’aliquota del 50%; per le abitazioni diverse dalla prima casa e gli immobili non residenziali, l’ecobonus 2025 avrà un’aliquota del 36%.
Dopo il 2025, l’ecobonus vedrà decrescere le aliquote della detrazione: nel 2026 e nel 2027, l’ecobonus avrà un’aliquota del 36% per gli interventi realizzati sulle prime case.
Nel 2026 e nel 2027, l’aliquota dell’ecobonus sarà pari al 30% per gli interventi realizzati su abitazioni diverse dalla prima casa e altre tipologie di immobili.
Ecobonus, caldaie e Direttiva Case Green
Rispetto alla normativa attualmente in vigore, non cambieranno gli interventi agevolati con l’ecobonus.
Si potrà continuare ad esempio a chiedere l’ecobonus per la sostituzione delle finestre, l’installazione di schermature solari, di pannelli solari per la produzione di acqua calda e gli interventi di isolamento con la posa del cappotto termico.
Dal punto di vista degli interventi sugli impianti, continuerà a ottenere l’ecobonus la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione, anche dotati di sistemi di termoregolazione evoluti, pompe di calore ad alta efficienza, impianti geotermici a bassa entalpia, apparecchi ibridi costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione, micro-cogeneratori e generatori di calore alimentati da biomasse.
Il disegno di legge di bilancio 2025 propone di prorogare in blocco le agevolazioni in vigore, senza badare al fatto che la Direttiva Case Green dal 1° gennaio 2025 vieta ai Paesi UE di incentivare le caldaie autonome a combustibili fossili. Tali caldaie saranno poi eliminate dal mercato a partire dal 2040.
È probabile che questo disallineamento venga risolto durante la conversione in legge.
Aliquote ecobonus e raggiungimento degli obiettivi UE
Anche la scelta di rimodulare le aliquote dell’ecobonus si intreccia non solo con il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla Direttiva Case Green, ma anche con quelli dal PNIEC 2024 (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima).
Il Governo ha scelto di appiattire l’ecobonus, riconoscendo agli interventi un’aliquota unica. Fino al 31 dicembre 2024, invece, l’aliquota dell’ecobonus è pari al 65% o al 50% in base all’intervento da realizzare, secondo un’ottica che puntava a incentivare maggiormente i lavori più costosi e in grado di produrre un maggiore risparmio energetico.
Nella rimodulazione è stata utilizzata la stessa logica seguita per il bonus ristrutturazioni, che è stato prorogato privilegiando le abitazioni principali.
L’ecobonus, con le aliquote più basse, sarà sufficiente per centrare gli obiettivi imposti dall’UE?
Partendo dal presupposto che il profilo dell’ecobonus 2025 non è definitivo, perché può essere modificato con gli emendamenti che il Parlamento presenterà, è legittimo pensare che la proroga triennale dell’ecobonus con aliquote decrescenti sia stata predisposta come cuscinetto, per coprire il periodo di transizione verso le nuove agevolazioni più volte annunciate dal Governo.
Il mese scorso, infatti, il viceministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Vannia Gava, ha annunciato che le nuove detrazioni saranno modulate sulla base della performance che gli edifici raggiungeranno dopo l’intervento di efficientamento energetico e verranno integrate con strumenti finanziari di supporto, come finanziamenti a tasso agevolato.
Perché ciò sia possibile, sembra inevitabile la futura revisione dell’ecobonus, che alle condizioni in arrivo dal prossimo anno potrebbe non risultare abbastanza accattivante.
(cit. https://www.edilportale.com )